domenica 12 febbraio 2012

Williams disegna il futuro

Jh Williams III è qualcosa di più di una stella emergente, un bell'esempio dei suoi lavori li potete trovare nel suo sito personale. Vincitore di numerosi premi, ha già disegnato opere di assoluto livello come Promethea e la rivisitazione di Batwoman, sceneggiate rispettivamente di Alan Moore e da Greg Rucka. Con l'attuale gestione di Batwoman si sta dimostrando anche un valido co-sceneggiatore, ma è l'evoluzione complessiva dell'artista che merita una riflessione più approfondita, per le conseguenze che potrebbe avere sull'intera industria dei comics americani.
Nei 32 numeri di Promethea Williams ha imparato ad osare, ha colto a pieno la sfida di Alan Moore: cercare di esplorare l'essenza stessa dell'immaginazione umana, cercandone le origini e gli effetti. L'effetto narrativo non è di facile comprensione, ma spesso è riuscito a ottenere qualcosa di unico: sensazioni, concetti astratti trasformati in disegni. Un tale livello di suggestione non si vedeva da Arkham Asylum. In quel caso Grant Morrison e Dave Mckean diedero un esempio di quello che i fumetti possono raccontare e che invece è precluso ad altre arti più nobili come cinema e letteratura. A volte in Promethea si ha la sensazione ci sia persino "troppo" testo, quasi una zavorra di razionalità rispetto ad una specie di comprensione più istintiva e non verbale.
Nelle doppie tavole di Williams ogni ipotesi di griglia per le vignette "esplode" costringendo il lettore a leggere la storia orientandosi con i colori, con la composizione o semplicemente dall'intuizione (nell'immagine qui sopra le vignette possono essere lette indifferentemente in senso orario o antiorario e il sole al centro non è un elemento decorativo, ma è necessario a comprendere la trama).
Con Batwoman Eulogy, la mini apparsa su Detective Comics ormai due anni e mezzo fa, Williams ha messo la sua originalità compositiva al servizio di una storia più lineare, scoprendo che si può disorientare meno il lettore e aggiungere nuove dimensioni alla lettura. L'effetto è del tutto nuovo, da navigato lettore ho rivissuto quel senso di meraviglia dei primi effetti della colorazione digitale di pionieri come Steve Oliff o delle trovate della Wildstorm Fx e della Top Cow più di vent'anni fa. Esattamente come quel senso di novità dei primi anni novanta portò alla nascita della Image ed una rivoluzione di personaggi, linguaggi e formati, l'arte di Williams sembra il testimonial perfetto per il passaggio dalla carta all'Ipad. Le tavole in orizzontale "landscape" esplodono quando si "gira" il proprio tablet, sono perfette per essere zoomate nei particolari più nascosti e la megadefinizione degli schermi led fanno risaltare al meglio i filtri digitali applicati ai disegni. Il primo arco narrativo della serie regolare di Batwoman si chiamia Hydrology e gli effetti "liquidi" sono veramente meravigliosi. Batwoman potrebbe passare alla storia come il primo comics che è "meglio" leggere in video piuttosto che sulla vecchia carta. Un assaggio di futuro, non frutto solo di qualche scorciatoia tecnica, ma di un vero processo evolutivo del disegno.

giovedì 9 febbraio 2012

Perché dico sì a Watchmen before

Ho letto tutto (il miglior riassunto della vicenda lo trovate nel sito comicsbeat), ho meditato e ho cercato di aprire la mente. Sono settimane che mi arrovello, il prequel di Watchmen è un'idea azzardata ma giusta. Anche l'Autorità, Alan Moore in persona, può peccare di egocentrismo (e se non se lo può permettere lui), nè le sue argomentazioni, né quelle che ho letto in giro alla fine mi hanno convinto. Scoprire di voler dare una possibilità a "Watchmen before" - dopo un'istintiva e fortissima reazione di rigetto - è stata una sorpresa anche per me, ripercorrere come ci sono arrivato magari sarà utile anche a qualcun altro

Watchmen è un'opera chiusa

lo stesso Alan Moore ha detto che non gli risulta “che Moby Dick abbia un prequel”. Effettivamente è difficile pensare ad un'opera più compiuta e circolare di Watchmen. Un capolavoro che sembra un pozzo senza fondo di rimandi e significati, ma all'interno di un perimetro ben definito. Complesso e delicatissimo, funziona perfettamente come i molti orologi disseminati nel fumetto. La paura (che condivido) è che si finisca per “disegnare un paio di baffi alla Gioconda” giusto per sperimentare.
La sfida dei nuovi autori sarà quella di creare delle storie solide, che girano su tematiche importanti (la vera natura e funzione dell'eroe, la malvagità e la fallibilità umana) ma evitando il confronto diretto con il Mago al suo meglio. Ho più di una speranza a riguardo, per via degli attori coinvolti. Nell'ultimo punto chiarirò meglio il mio pensiero


La Dc è a corto d'idee pensa solo a riciclare

Ognuno ha il suo giudizio sulla qualità dei nuovi 52, il reboot (il riavvio) di tutte le grandi serie della Dc. Non le ho lette tutte, ma azzardo un giudizio negativo: se l'obiettivo era quello di ridisegnare il maniera coerente tutto l'universo supereroistico, si può dire fallito. Siamo lontani dalle “crisi” e anche da progetti come Kingdom come. Ci sono però singoli team e testate di livello: una manciata della Batfamily (Batwoman su tutti), Justice league e (scelta personalissima) Animal man, di cui mi piace la svolta horror.
Ma su questo punto voglio decisamente alzare la posta e lasciarmi andare a più di una frase forte. Le riletture e le reinterpretazioni sono il contributo più originale che il fumetto di fine novecento ha dato alla storia dell'arte di questo periodo: The Return of the dark Knight, Sandman e lo stesso Watchmen (con i suoi personaggi tratti dalle testate Charlton) non sono dei capolavori assoluti solo perché Frank Miller, Neil Gaiman e Alan Moore sono grandi scrittori e in quel momento più ispirati di chi li ha preceduti, ma perché hanno decostruito e manipolato icone esistenti utilizzando le idee degli autori originali e i sentimenti dei vecchi lettori come lievito narrativo. Processi analoghi a quelli che vediamo nelle Arti figurative “serie”, ma che non sono riuscite, dai tempi della pop art in poi, a produrre nulla di così perfetto e accessibile al grande pubblico.
E chiaro che non tutti i tentativi di decostruzione/ rilancio sono andati a buon fine, ma anche anche solo la minoranza più riuscita ha prodotto delle vere perle. Vogliamo privarci di tutto questo per non far torto fossanche al più sacro dei mostri sacri?



Si ma Moore è contrario
Vogliono citare ancora il Mago che in un'intervista di qualche tempo fa disse che i suoi personaggi erano sì come figli, ma spesso si sentiva come un genitore che li ha venduti agli zingari (un modo meravigliosamente Mooresco per ammettere che non ha più nessun diritto legale e che può ostacolare il progetto solo attraverso le sue potentissime scomuniche). Ora ogni tanto vede delle foto della loro nuova carriera come artisti del circo e non sa se essere felice per loro o meno. Noi che a quel circo ci andiamo spesso e indipendentemente dalla qualità dello spettacolo, possiamo dire che siamo curiosi di vedere cosa verrà fuori. Sono sicuro che se non fosse coinvolto direttamente e potesse parlarne in astratto lo stesso Moore sarebbe più morbido, non solo perché deve un pezzo importante del suo successo e personaggi d'altri (Swamp thing su tutti), ma perché un pezzo della sua poetica recente presuppone che i personaggi siano eterni, mentre i loro autori, sono piuttosto interpreti imperfetti e temporanei delle idee assolute che essi incarnano. E' l'idea iniziale di Promethea. Ma che dire della Lega degli uomini straordinari? Uso deliberatamente parole di Moore contro di lui:
in questa intervista dice tra l'altro


Quando sono entrato nel mondo dei fumetti preferivo creare personaggi miei, come Halo Jones. Ma la natura dei fumetti di allora prevedeva che ti venissero dati personaggi di altre persone e a quel tempo non ci vedevo niente di male. Mi diedero Swamp Thing di Lein Wein e lui stesso sembrava felice di cambiarlo, trasformarlo in qualcosa nuovo
Quindi la discriminante è l'ok dell'autore e se non proprio il creatore originale quello che più ha caratterizzato il personaggio, non a caso nella stessa intervista ricorda il progetto di Batman/Judge Dredd che lui abbandonò dopo aver parlato con John Wagner che "anche se non è il creatore del giudice è la persona a cui viene accreditato il suo successo". Il vero salto mortale Moore lo fa però quando stabilisce questo principio solo per i fumetti, mentre per la letteratura ci sarebbe piena libertà di furto e per due motivi: il primo è che "si è sempre fatto così" e il secondo è che di solito gli autori originali sono morti. Naturalmente è legittimo farlo, dice Moore, quando si prende un'icona della letteratura (magari della fine dell'800) e la si trasforma in un personaggio dei fumetti come in "League of extraordinary gentlemen"

Potrà sembrare che voglia spaccare il capello in quattro, ma in quel caso non sto "adattando" questi personaggi o i romanzi collegati, quello che sto facendo è rubarli. C'è una differenza tra fare un adattamento, che è male, e rubare totalmente un personaggio che è, fino a quando tutti gli autori sono morti e non li citi, del tutto giusto per me. Con i personaggi che sono stati creati da un vecchio uomo già tradito, sento che è diverso.

I prequel saranno una schifezza

Assodato che l'operazione è legittima e che il povero Moore ha la nostra ammirazione, ma non il nostro appoggio, rimane l'ultimo interrogativo: come sarà il risultato. Tutto dipenderà dagli artisti coinvolti che sono tanti e di diverso livello: Darwyn Cook scriverà Minute men e Silk Specter (disegni Amanda Conner); Brian Azzarello scriverà Comedian e Rorschach con i disegni di Jg Jones e Lee Bermejo; Strazynsky scriverà Nite Owl e Dr Manhattan con i disegni dei Kubert e Adam Hughes. A Lein Wein, editor del Watchmen originale, la miniserie Ozymandias (con ai disegni uno dei miei favoriti di sempre Jae Lee) e l'appendice sui pirati Curse of crinsom corsair. Dal punto di vista dei disegni c'è da aspettarsi meraviglie da Bermejo (guardate qui), Lee, grande solidità da parte di Hughes e Kubert, il resto vedremo. Strazynsky è quello che dovrebbe dare il tono a tutto il progetto e mi sembra anche quello con le idee più chiare.
Ma dopo tutti questo cianciare vi dico cosa mi ha fatto davvero cambiare idea: Azzarello che dice: "Avevo una storia veramente viscerale su Rorschach". Chi non vorrebbe leggerla con un Bermejo così in forma?