lunedì 25 febbraio 2013

Batman ti fa diventare gay, Superman te li farà odiare

Tolleranza.  L'industria del fumetto americana è stata quasi totalmente distrutta dal pregiudizio, proprio in questi giorni abbiamo avuto una prova documentale che il dottor Wertham non era un bigotto in buona fede, ma un fanatico che diede legittimità scientifica al pregiudizio dell'epoca, tanto poca era fiducia nella sua scienza che non si fece scrupolo di manipolare i dati dei suoi esperimenti pur di confermare la tesi che i fumetti corrompevano i lettori più giovani.

L'esito lo conoscete, "La seduzione degli innocenti" e le sue pseudoverità è diventato il pretesto per creare un ghetto durato decenni. Ironicamente, ci sono stati anche effetti positivi: anni di banalità e di comics code hanno accresciuto la consapevolezza sulle potenzialità del mezzo di una generazione di autori cresciuta dagli anni 80 in poi. Al prezzo però, di una vera ecatombe di realtà editoriali e di decine di carriere rovinate tra scrittori, disegnatori e imprenditori del settore. Un shock che ha aumentato la maturità dell'industria, ma al prezzo di una guerra.

Ora che i fumetti sono tornati mainstream come poche altre volte nella loro storia, sembra che la società nel suo complesso non abbia fatto grandi progressi nella comprensione di come funzionano, anche se stavolta l'intolleranza stavolta si traveste da politically correct. Mi riferisco alle polemiche per l'assegnazione a Orson Scott Card delle sceneggiature dei prossimi numeri di una collana di Superman che uscirà in digitale a fine aprile

Card è un autore di fantascienza molto bravo, tra i più apprezzati in attività, ma è un omofobo è sfrutta la popolarità dei suoi romanzi per sostenere pubblicamente le tesi più assurde sul fatto che il matrimonio omosessuale sia una minaccia alla civiltà americana (se per questo non crede neanche al riscaldamento globale). Non è l'unico caso di valido romanziere con idee politiche superate o improponibili, solo per rimanere nella fantascienza e nel fantasy Henlein fu duramente criticato per le convinzioni militariste, Dick era un pazzo drogato e sovversivo convinto che esistesse un complotto marxista tra gli autori americani. Lo stesso China Mieville, nostalgico marxista, trent'anni fa negli Usa avrebbe potuto pubblicare ben poco.  Non dimentichiamo che tra i best seller del fantasy e della fantascienza ci sono veri e propri fondatori di sette come Hubbard o sostenitori di filosofie inconsuete come Goodkind

Un breve excursus che spiega perché chiedere alla Dc di rivedere le proprie azioni non ha giustificazioni se non quella di una strisciante intolleranza. Una richiesta che può basarsi solo su due motivazioni, entrambe sbagliate. La prima è che le opinioni personali e politiche di un artista possano in qualche modo discriminare il suo diritto a pubblicare/produrre le sue opere. Terreno scivolosissimo, dal momento che si deve prima definire ciò che è "oltraggioso, offensivo o appropriato". Mark Millar, per esempio, è di questa stessa opinione

Ma è la seconda motivazione che più mi preoccupa: Orson Scott Card sfrutterebbe la visibilità e l'eco planetaria di un'icona come Superman per far passare i suoi messaggi retrivi. Dando per scontato che la Dc eviterà di prestare il suo personaggio più conosciuto per fare della propaganda smaccata (se non altro per motivi economici), l'unica spiegazione di tanta agitazione è che quelle sceneggiature ottengano il risultato in maniera subdola, quasi subliminale.

 E così il cerchio si chiuderebbe: se negli anni 50 Batman ti insegnava a diventare gay (era un delle tesi forti della seduzione degli innocenti) oggi Superman ti insegnerà ad odiarli. Ma non ci eravamo già passati?

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