domenica 3 gennaio 2016

Il risveglio della Forza- La recensione del nerd

La Forza risveglia anche questo sonnolento blog per una recensione da vero nerd. Tutti si sono concentrati sulla fedeltà alla vera trilogia, la qualità cinematografica o l’effetto nostalgia. La mia recensione si basa su tre elementi alla base di ogni estetica Geek. 
E il giudizio non può andare oltre il 7 con il rischio di peggiorare

Complessità, qualità e coerenza della storia. Noi Nerd ci innamoriamo dei personaggi, ma soprattutto degli universi, non è un caso se nel nostro pantheon ci sono gli autori che sanno dare profondità alle loro creazioni (Jrr Tolkien, Isaac Asimov, Stan Lee, Grant Morrison, Alan Moore, Neil Gaiman, Osamu Tezuka, Go Nagai, Hayao Miyazaki). In questo gruppetto metto ancora George Lucas perché la vituperata seconda trilogia sarà anche stata una delusione dal punto di vista della messa in scena e della recitazione, ma resta assolutamente coerente. Anzi, Lucas ha portato la sua visione fino alle estreme conseguenze, a costo di renderla meno universale (e meritarsi qualche minaccia di morte)

Rispetto. Il "vero fan" si appropria delle cose che ama,  il transfer è talmente forte da sentirsi custode della sua integrità. Moltiplicato per migliaia o milioni di persone significa quelle creazioni diventano intoccabili pilastri di un’ortodossia. Può non piacere, ma è parte importante del fenomeno.
Le infinite discussioni sulle continuity, le teorie, le reinterpretazioni, le fanfiction stanno li a dimostrarlo. Tutta roba che Internet ha reso globali ed eterne (e che costituisce la principale fonte di traffico insieme al porno)

Coolness. Le spade laser, le splash page di Jim Lee, le espressioni pucciose di Totoro, la trasformazione in supersayan, il movimento tridimensionale dell’attacco dei giganti. Basta azzeccare anche solo una trovata che colpisca per guadagnarsi un posto nella memoria, anche se il resto dell’opera è zoppicante (o forse proprio perché il resto è zoppicante). Puntare sulla coolness è giocare con i nostri bassi istinti, spingere sul sense of wonder dell’infanzia, ma anche sulla voglia  di trasgredire (vero Garth Ennis?). Quasi sempre funziona su livelli irrazionali, come certe canzoni stupide che non riusciamo ad odiare. Forse un giorno qualche semiologo spiegherà perché certe trovate riescono a farsi apprezzare da persone così diverse per età, formazione e geografia

E la creatura di JJ Abrams come si piazza?
Ovviamente il punteggio massimo è in “Rispetto dei fan”. Diciamo pure che si merita un 10 che ridefinisce la scala di valori in questo campo. Il “risveglio della Forza” è “Guerre Stellari – una nuova speranza”  rigirato e rimontato. Le scene estranee sono omaggi ad altri film della saga o altri temi cari agli addetti. Due ore di fanservice che neanche Dead or Alive volleyball. La scelta ha garantito grandi incassi e un atteggiamento favorevole del pubblico, ma è come giocarsi 40 anni d’interessi in una sola scommessa. Anche i più bonari non accetterebbero una seconda “ruffianata”. Ma non sarà un problema di JJ  

La coolness. Qui potremmo parlare di “maledizione di Lucas”. La prima trilogia ha avuto un livello d’idolatria tale che anche personaggi e situazioni del tutto marginali sono assurte a vere e proprie icone ben oltre i propri meriti: l’ammiraglio Akbar o Boba fett  (ma so di essere in minoranza su casco verde).
Gli infiniti mezzi produttivi e i passi da gigante degli effetti speciali ci fecero pensare che da Phantom Menace in poi ci saremmo dovuti lustrare gli occhi per tre fantastici film. Non è andata così: le navi di Naboo o le atmosfere cyber dei bassifondi di Coruscant, il robot-rettile Greviuos o il laconico Darth Maul. Tutto perfetto, ma nulla ha fatto davvero breccia nel nostro cuore.
Il risveglio della forza usa l’approccio opposto, non più opulenta e onnipresente computer grafica, ma tre quattro inquadrature d’effetto (Jakku), sfruttando il punto di vista dal “basso” dei personaggi, come Abramas aveva già fatto in Super8. Strade opposte che però portano ad un risultato simile: di certo non c’è nulla in questo film che sorprenda ed esalti (5).
Almeno il vituperato Lucas ci aveva provato

La storia
E qui che ci si guadagna ben più della sufficienza. Come nell’episodio del '77 la situazione politica interstellare è lasciata sullo sfondo, limitandosi a indicazioni basilari (Impero onnipotente e malvagio contro Resistenza eroica e scalcinata).
Nel 2015 ci si aspetterebbe il contrario, mentre si scopre che i ribelli avranno vinto la guerra, ma hanno perso la pace. In 30 anni i nostalgici del Primo Ordine hanno fatto man bassa delle rimanenti risorse imperiali (Stormtrooper e Star destroyer), mentre il resto delle Galassia vive in anarchia con un potere centrale molto debole.
L’ordine dei Jedi non è rinato, anzi l’esperimento di Skywalker è fallito nella maniera più drammatica. Leia ha mollato la carriera politica, Han Solo è tornato al punto di partenza. Il fallimento degli eroi di una generazione, tanta volontà e buoni sentimenti non sono bastati.
E anche i personaggi nuovi mi sembrato tutti molto meno spensierati, con un potenziale drammatico molto maggiore. Per non parlare di Kilo Ren, vero e proprio caso psichiatrico intergalattico
Potenzialità notevoli, a patto che il secondo atto, trovando già saldati tutti i debiti con il passato, possa far esplodere una storia all’altezza. Altrimenti la delusione sarà doppia.
Per ora 10 +5+7/ 3= 7.3 periodico

Nessun commento:

Posta un commento