“Non li capisci? Amen, vivi e lascia vivere. Rimani nel tuo mondo colorato e lasciali nel loro grigiore. Visto dall’altro lato sei tu quello che ha scelto il posto sbagliato”.La seconda è più argomentata:
“Primo. Bonelli è la principale fonte di sostentamento per decine di disegnatori/sceneggiatori italiani e fornisce solide basi alla scuola italiana del fumetto. Anche quello che vive intorno o persino “in contrapposizione” al caro fumetto popolare. Secondo: è sbagliato sostenere che usa male il talento e i vantaggi derivanti dalla sua posizione di leadership, guadagnata — peraltro — grazie al lavoro e al favore del pubblico il modo più onesto e meritocratico che riesca ad immaginare.
Le critiche sui personaggi stereotipati e sulla standardizzazione degli stili dei disegnatori è in gran parte roba del passato. La Bonelli sta cercando nuove vie (Orfani — la collana le Storie) e sfruttando sempre meglio quello che c’è già (Dylan dog). Non necessariamente mantenere i fan più attempati significa non avvicinarsi ai ragazzi delle fumetterie e quelli appassionati di altri generi (anche questi steccati, ben visibili per quelli della tua generazione, sono sempre meno netti)”
Tutto vero, anche se in realtà i due amici sono caduti nella mia piccola trappola. Il movente iniziale del post era esattamente contrario. Tutto nasce dalla constatazione che Julia, ormai al traguardo delle 200 uscite, è diventata da un paio di mesi la collana singola più longeva nella mia libreria. Iniziata per curiosità, non gli darei complessivamente più di una sufficienza. Ci sono state storie irritanti (poche), una ventina ispirate e una massa di episodi memorabili come un bicchiere d’acqua fresca. Eppure, pur non avendo mai sofferto di crisi d’ansia in attesa dell’uscita del numero successivo, ogni mese per più di 15 anni ho versato puntualmente il mio obolo nelle casse della Sergio Bonelli editore.
Di qui il dubbio: il segreto del successo tramandato di padre in figlio, non sarà questa adattabilità ad ogni palato? Rifuggire ogni sapore forte, fare cambiamenti minimi e solo quelli facilmente assimilabili. Modifiche nel gusto e nello stile stemperati e sterilizzati fino a diventare insipidi. I fumetti Bonelli sanno come essere marginali nella vita di tutti noi. È il prezzo che pagano per raggiungere il maggior numero di persone e rimanere attaccati ai loro lettori in tutte le fasi della vita. Ogni mese un brodino caldo, piuttosto che una pietanza da buongustai, sapendo che fanno più soldi i venditori di dadi nei supermercati che i grandi ristoranti stellati. Io come gli altri ho ceduto a questa sottile strategia di sopravvivenza
Quindi il mio consiglio a chi sta lavorando a preservare e aggiornare l’eredità bonelliana - un consiglio da ignorante rassegnato - e di non esagerare con le rivoluzioni. Essere troppo al passo con i tempi è il miglior modo per passare di moda in fretta.