Ciò che più mi disturba della vicenda di Yara Gambirasio è l'eccitazione non detta ma chiaramente percepibile che ci
sia una connessione tra "la colpa" che 45 anni fa ha
generato due figli fuori dal matrimonio e il fatto uno dei due sia
diventato poi un presunto assassino. Razionalmente è un'ipotesi che non regge, nulla del suo passato (probabilmente non ne era neancha direttamente a conoscenza). per chi ha seguito questa storia distrattamente sottolineo che non
c'è nessun legame evidente tra le famiglie della vittima e
dell'arrestato e men che meno con i fatti accaduti più di 40 anni prima. Eppure questo dettaglio dei figli segreti sembra essere il dato che più accende l'attenzione.
Eppure è un teorema "troppo affascinante per non essere vero", accessibile sia a chi ci vede i risvolti letterari di una vita nata "squilibrata" da una bugia iniziale, sia in menti più semplici bisognose di trovare una spiegazione comprensibile di fronte all'orrore. Un misto di retaggio cattolico e cultura popolare trova perfettamente plausibile che "le colpe dei padri ricadano sui figli", se poi queste colpe si chiamano adulterio e omertà diventa una verità autoevidente.
Nel caso qualcuno si stesse domandando perché il vostro umile uomo dei fumetti si lanci in tali divagazioni rientro subito in topic. Se una storia così l'avessi trovata in un romanzo (Ammaniti o, ad altre latitudini, Landsdale) non mi avrebbe fatto impazzire ma me la sarei letta. Azzarello, Lemire o Brubacker avrebbero potuto ambientare una storia simile tra le praterie del midwest piuttosto e lo avrebbero fatto filosofeggiando sul caso/destino e sulla psicologia di un'assassino. E li avrebbe avuto un senso
Invece trasportata nella realtà non mi suscita nessuna emozione, se non la convinzione che nulla vale la brusca fine della vita di una ragazzina. Noi venditori di giornali sappiamo che l'aggettivo "vero" ha un'irresistibile appeal verso i lettori. Funziona più di qualsiasi cosa, anche di notizie che hanno un effettivo impatto sulla nostra vita quotidiana. Ma il vero mistero è perché le persone vogliano sapere che una storia è vera proprio per poterci ricamare sopra particolari inverosimili o mai provati. O peggio ancora traggono morali e insegnamenti che di solito sono solo la conferma dei loro pregiudizi.
Vogliono la verità per evadere da essa. Cioè quello che abbiamo imparato a chiamare Reality.
Di solito si dice che chi legge troppa finzione finisce per far fatica a distinguere reale e inventato. Se vale la testimonianza del sottoscritto - che di certo è all'interno dell'1% della popolazione italiana che più ha macinato film, libri fumetti, serie TV, giochi e persino fiction autoprodotta nei giochi di ruolo - è piuttosto vero il contrario. Più si passa a guardare vite inventate e più diventa intollerabile che esistenze vere, esseri umani in carne e ossa siano trasformati in macchiette di romanzi truci e insensati
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