mercoledì 27 agosto 2014

In principio era un problema di Ntsc - 1

Avevo capito di aver lasciato la prima linea degli otaku da qualche parte tra il 2000 e il 2002 per colpa del fenomeno dei fan-sub. La tecnologia stava permettendo a noi appassionati un ulteriore liberazione nella lunga catena che separava gli appassionati dai loro oggetti del desiderio. Ma in quel giro vorticoso di cd rom pieni di anime sottotitolati io arrancavo, mi chiesero di aiutare all'adattamento fatto in casa di Bakuretsu hunter e Slayers facendo un minimo di editing e dovetti rinunciare.

Dieci anni dopo un altro passo verso l'obsolescenza me lo ha fatto fare la parola "simulcast". Ovvero la fantastica novità per cui serie giapponesi di grido come Silver spoon, Space dandy o Sword art on line vengono proposte in contemporanea con la messa in onda originale. Il tutto è gratuito su  popcorn.tv  e vvvvid.it. Per chi bazzica criptando la sua nazionalità ci sono i canali manga di Netflix o Crunchyroll (altra cosa che il vero otaku del mio passato avrebbe fatto). Tutto è veramente disponibile all'istante, adattamento perfetto, sonoro e sottotitoli all'altezza,  un passo enorme rispetto ai bit torrent e alla classica pirateria (che necessitano di parecchio tempo sul computer) e alle fansub su Youtube.

"Troppo facile". Anzichè ringraziare la tecnologia e il popolo mondiale degli otaku che rende possibile persino a un uomo impegnato godersi serie giapponesi praticamente in tempo reale, mi sono lamentato come un vecchio reduce che rimpiange la guerra.

Però è anche giusto almeno lasciare un'effimera testimonianza dei nostri sforzi di allora, di quando la terra degli anime era una meta lontana, non solo per i chilometri ma soprattutto per le montagne di difficoltà pratiche da superare. Ecco dunque questo catalogo semiserio: Posteri leggete, ridete della nostra sfortuna e piangete pensando alla forza del nostro amore.

Questi si baciano ma sono fratelli, e tutto prima che fosse una delle trame più cliccate su youporn


La situazione di partenza: eravamo schiavi di sovrani tutt'altro che illuminati. I network privati o la cara mediaset decidevano cosa vedevamo, quando lo vedevamo, la traduzione, l'adattamento, la sigla e tutto il contorno. Se saltavi una puntata decisiva potevi aspettare anni prima di rivederla. Inoltre i cartoni animati erano dei riempitivi: svariati i casi di serie ripartite dall'inizio in attesa di puntate inedite e interrotte subito, o puntate troncate a metà per lasciare spazio a funerali, parate militari, gare di sci, televendite di pentole (e sto citando solo casi realmente accaduti di cui mi ricordo distintamente l'incazzatura provocata).
Più nota la barbarie degli adattamenti, trame stravolte, sesso e parentele dei personaggi scambiati, finali spariti e rimontati. A volte per ignoranza, a volte per semplice sciatteria. La censura del non farli sembrare "troppo giapponesi" teorizzata dall'allora responsabile Mediaset Alessandra Valeri Manera è ormai consegnata alla letteratura e alla storia dei regimi assolutisti

Cercare un'alternativa significava tempo, denaro e una determinazione degna di miglior causa.
Step 1 Quanto è lontano il Giappone
Il primo passo era procurarsi materiale originale, complice anche un cambio particolarmente sfavorevole ai tempi, era tutto costosissimo a partire da viaggio e soggiorno. Dei pochi che avevano l'occasione di andare nel Sol levante pochissimi erano gli anime fan. Sto parlando di 10-20 corrieri utili l'anno per l'intera penisola e tutti con un budget limitato. Poi visto che i gusti erano simili ma la conoscenza del vasto mondo anime era limitata, gli acquisti erano spesso ripetuti. Gundam e Lupin su tutti. In particolare ricordo di aver visto almeno 4 diversi Gundam F91 che per il periodo (film al cinema, appena uscito, una sola videocassetta, nome di richiamo) rappresentava il souvenir perfetto per l'otaku italiano
Poi c'erano gli importatori, a Milano e Bologna (Yamato e Hammer), i cui cataloghi semestrali erano fotocopiati, passati di mano in mano, imparati a memoria come testi sacri, oggetto di infinite revisioni e liste dei desideri su cui si misuravano povertà di mezzi e  voglia di scoprire.
Nulla mi ha insegnato la continenza negli acquisti come decidere se una cosa era figa solo sulla base di poche righe di descrizione e cercando di predire se tre-quattro mesi dopo, ricevuto il pacco, avrei ancora voluto averla
Forse la mia copia pirata aveva questa illustrazione


Step 2  Il supporto non mi supporta
Le nostre televisioni e videoregistratori erano Pal, le loro Ntsc. Scoperta che molti hanno fatto troppo tardi bestemmiando di fronte a immagini in bianco e nero o schermi tagliati a metà. I negozi di elettronica, prima delle fumetterie, sono stati per me punti d'incontro con altri appassionati, gli unici a chiedere particolari modelli multistandard a commessi ignari e spesso spaventati. I più ricchi di noi tagliavano questo problema comprando i laser disc,già praticamente estinti in Europa, ma pienamente usati in Giappone. Oggetti in sè meravigliosi anche per le illustrazioni di contorno, ma erano ingombranti e di scarsa fruibilità. Ho conosciuto persone nelle fiere che hanno comprato laser disc solo per la copertina, se lo sono appesi in camera senza guardarlo mai. Come certe tribù dell'Amazzonia che venerano le bottiglie vuote di Coca Cola

E comunque gli anime sono gli unici laserdisc che si vendono a prezzi decenti su Ebay



sabato 23 agosto 2014

Manara risponde su Fumettologica, ma la marea è sfavorevole

Tra il sorpreso e il preoccupato, Milo Manara risponde su fumettologica alle critiche per la sua copertina su Spiderwoman. Cito il passaggio che secondo me centra il punto

A meno che non ci sia, di questi tempi, una ipersensibilità verso immagini più o meno erotiche, dovuta a questo confronto continuo che siamo chiamati a fare con l’Islam. Si sa che la censura del corpo della donna non dovrebbe essere una caratteristica nostra, occidentale. È anche questo che mi sorprende abbastanza.
Personalmente mi vengono i brividi quando con leggerezza si discute su cosa  sia "accettabile" nel mondo dei fumetti e in generale su ogni forma di rappresentazione artistica, giornalistica o di qualsiasi altro tipo. Ho sempre pensato che il "pubblico senso della decenza" esistesse proprio per essere messo in discussione. I Fumetti, dagli anni 60 in poi, hanno svolto un bel ruolo in questo senso. Putroppo sempre più spesso proprio dal fronte progressista arrivano divieti e scomuniche internazionali.

Ad esempio Wired recensendo il secondo film di Sin City di Frank Miller  dice
Honestly, it’s probably wrong to expect more—all gratuitous everything is the Rodriguez/Miller brand to the core. Sin City stories aren’t meant to be deep, and aren’t here to be politically correct. That’s fine. A lot of un-PC material can be compelling, but what was compelling when Rodriguez and Miller released their first flick in 2005 gets little more than a re-tread here, and a lot has changed since then. As a cinematic venture, A Dame to Kill For is a perfectly fine Sin City adaptation, but Miller and Rodriguez are releasing this film in a time much different than when its predecessor—let alone its source material—were released. After nine years, it’s a shame they haven’t matured.
Il succo della critica è dunque che il film è bello, ma che un certo approccio - alla sin city appunto - non è più adatto ai tempi odierni, evidentemente più politically correct di quando uscì il primo film e ancor più di quando si pubblicava il fumetto. I palati si son fatti più sofisticati e gli stomaci più deboli.

Una certa quantità di sfide alle certezze e alle consuetidini del lettore/spettatore dovrebbe essere un pregio per un'opera. Scopriamo che non è più così, come dice Manara

devo prendere atto che quella che secondo me è un’immagine bella, piacevole, attraente, seducente – che è esattamente il mio scopo, o quello che vorrei raggiungere – per altri è disturbante. Ma questa è una cosa di cui devo prendere atto ogni volta. E per certi versi mi sorprende sempre di più. 

e noi ci sorprendiamo con lui

venerdì 22 agosto 2014

La mia su Manara-Spiderwoman: quando il MARKETING è dogma

Manara ha fatto questa copertina (variant) per Spiderwoman


Diversi siti anche generalisti (qui e qui) lo hanno criticano perché è sessista e strumentalizza il corpo femminile. Non accetto critiche da quei pulpiti perché so che l'unico criterio di notiziabilità per gli eventi del mondo dei fumetti è se si mostrano innovatori/conservatori rispetto a certi stereotipi (patriottismo, violenza, omessessualità, eroine donna protagoniste/soprammobili). In pratica dei fumetti e dei veri elementi di novità ( autori, tipi di storie, generi che spariscono o vengono riscoperti, evoluzione dell'arte) non gliene frega niente. Direi che da appassionato mi sento in diritto di ricambiare tanta ignorante indifferenza.

Più variegata la posizione degli addetti ai lavori, come la riflessione sul livello di strumentalizzazione nello Showbiz di uno dei siti che seguo di più The Beat o i condivisibili pensieri "a margine" di Recchioni 
Nell'ambiente tutti riconoscono che Manara ha fatto il suo lavoro, in coerenza con quanto finora gli ha fatto guadagnare una fama mondiale, semmai l'errore è della Marvel che ha sbagliato target di autori per il titolo, proprio ora che sta interessando il pubblico femminile e proponendo storie "moderne" (Miss Marvel, il futuro Thor donna)

Ecco questa è la cosa che mi fa letteralmente impazzire! Un artista con 45 anni di carriera, che piace trasversalmente in tre continenti, diventa di colpo un vecchio arnese, superato, impresentabile in certi contesti perché l'ultima strategia di marketing della Marvel/disney sembra aver un buon risultato (per i loro fatturati, s'intende).

E i cosidetti appassionati applaudono, assecondano quella che è la pressione di una parte del pubblico (non so quanto estesa) rispetto al lavoro dell'artista. Tutte le opere sono criticabili, nessuna però è censurabile. Se si cade nella spirale delle "sensibilità da non urtare" non ne usciamo più. Mai più Manara in America, mai più Utatane (disegna ancora?) in Italia, mai più Frank Miller in Medioriente, mai più Terry Moore in certi stati della Bible Belt statunitense. è quello che vogliamo?