Diversi siti anche generalisti (qui e qui) lo hanno criticano perché è sessista e strumentalizza il corpo femminile. Non accetto critiche da quei pulpiti perché so che l'unico criterio di notiziabilità per gli eventi del mondo dei fumetti è se si mostrano innovatori/conservatori rispetto a certi stereotipi (patriottismo, violenza, omessessualità, eroine donna protagoniste/soprammobili). In pratica dei fumetti e dei veri elementi di novità ( autori, tipi di storie, generi che spariscono o vengono riscoperti, evoluzione dell'arte) non gliene frega niente. Direi che da appassionato mi sento in diritto di ricambiare tanta ignorante indifferenza.
Più variegata la posizione degli addetti ai lavori, come la riflessione sul livello di strumentalizzazione nello Showbiz di uno dei siti che seguo di più The Beat o i condivisibili pensieri "a margine" di Recchioni
Nell'ambiente tutti riconoscono che Manara ha fatto il suo lavoro, in coerenza con quanto finora gli ha fatto guadagnare una fama mondiale, semmai l'errore è della Marvel che ha sbagliato target di autori per il titolo, proprio ora che sta interessando il pubblico femminile e proponendo storie "moderne" (Miss Marvel, il futuro Thor donna)
Ecco questa è la cosa che mi fa letteralmente impazzire! Un artista con 45 anni di carriera, che piace trasversalmente in tre continenti, diventa di colpo un vecchio arnese, superato, impresentabile in certi contesti perché l'ultima strategia di marketing della Marvel/disney sembra aver un buon risultato (per i loro fatturati, s'intende).
E i cosidetti appassionati applaudono, assecondano quella che è la pressione di una parte del pubblico (non so quanto estesa) rispetto al lavoro dell'artista. Tutte le opere sono criticabili, nessuna però è censurabile. Se si cade nella spirale delle "sensibilità da non urtare" non ne usciamo più. Mai più Manara in America, mai più Utatane (disegna ancora?) in Italia, mai più Frank Miller in Medioriente, mai più Terry Moore in certi stati della Bible Belt statunitense. è quello che vogliamo?
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