giovedì 11 settembre 2014

Demografia e declino degli anime-fan

I Dvd di Goldrake venduti con il Corriere della Sera hanno avuto un effettivo impatto sulle vendite del quotidiano. In poche parole almeno le prime uscite sono da considerarsi un vero successo. Non è la prima volta che gli anime arrivano in edicola, né è nuovo l'abbinamento a testate storiche di grande tiratura (Gazzetta dello sport e Tv sorrisi e canzoni i precedenti illustri). Per la prima volta però l'intera strategia di marketing si è basata sull'effetto nostalgia, persino coinvolgendo la parte redazionale  del giornale che nel mese di agosto ha fatto più di un tributo alla generazione Goldrake.

Tra il 1970 e il 1990 sono nati in Italia 14,6 milioni di persone, i primi avevano 8 anni quando la creatura di Go Nagai apparve sui Rai 2. Possiamo dire che il 100% di questa parte della popolazione ha visto la sua dose di cartoni animati. Non tutti loro sono diventati anime-fan (anzi direi che con questo mercato potenziale i frequentatori di fumetterie e fiere sono anche pochi), ma di certo nessuno di loro vi guarderà in modo strano se parlate di Lupin o Dragonball o i cavalieri dello zodiaco.

Si può giocare in molti modi dentro questo universo, vedere come il quasi monopolio dei robottoni dell'inizio (appena contrastato da maghette e shojo) sia stato superato da un fiorire di generi seguendo di pari passo l'età d'oro dell'animazione nipponica. Sono arrivate le soap, le epopee sportive, la comicità demenziale, gli anime di combattimenti. Quest'ultimi poi hanno stravinto negli anni 90 con i successi di dragonball (arrivato da noi con congruo ritardo rispetto al Giappone), affiancati da una consistente ondata di fantasy come non se ne era mai visti prima
Se parlate con fan di età diverse vi accorgerete di come questa esposizione variegata influisce su gusti e persino temperamento. I più vecchi di solito hanno gusti più hard e vanno in visibilio per fantascienza e mecha design. I figli degli anni 80 sono più romantici, segnati da Lamu, Orange Road, ma anche sensibili alla parodia e alla gag surreale. Gli ultimi invece, i meno interessanti, sembrano risentire della ripetitività di certi schemi che da Pokemon, One Piece e Naruto in poi hanno finito per assimilare le storie a videogame dai continui scontri e power up

Ma non è questo declino "qualitativo" che mi preoccupa, piuttosto la ritirata demografica in corso quell'esposizione devastante e inevitabile ai cartoni giapponesi è fatto del passato. Le sedicenni di adesso sono cresciute con le Winx (in giro da dieci anni ormai), i più giovani scendono a Peppa Pig. Chi ha passato l'infanzia nell'era dei canali per bambini di sky e mediaset ha visto diversi anime, ma le vere novità del periodo sono le serie di Cartoon Network (ora trionfante con adventure time, ma regular show, fantagenitori, leone cane fifone sono ormai delle istituzioni). I loro ricordi d'infanzia saranno inevitabilmente meno nippocentrici

Insomma la Generazione goldrake è già passata e non sembra ce ne sia un'altra a prendere il testimone, il futuro dell'animazione giapponese sembra pronto a tornare nella nicchia

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