martedì 17 marzo 2015

L'eredità di Pratchett

Terry Pratchett era un grande scrittore di un genere erroneamente considerato minore. Non solo il fantasy (ormai sdoganato a suon di successi commerciali e trasposizioni cine-televisive) ma un fantasy ironico che si diverte a parodiare se stesso e la nostra realtà.
Era un grande scrittore nel senso più pieno nel termine. Dotato di uno stile preciso e al tempo stesso leggero, scorrevole e del tutto unico. Pratchett è accessibile a chiunque tra i 10 e i 90 anni. Scrivere è un po’ come guidare, tutti, dal vecchietto al pilota professionista fanno gli stessi movimenti per affrontare una curva: freno-frizione-scalo marcia- giro il volante- accelerazione e così via. Pratchett aveva ritmi da Formula Uno e non prendeva mai scorciatoie

Ci ha lasciato a 66 anni, di solito si dice “troppo presto”, ma in questo caso bisogna dire “nel momento sbagliato”. Perché in un'avventura del mondo disco o qualsiasi altro lavoro c’erano delle costanti: derideva l’autorità, specie se si schermava dietro la legittimazione di una verità costituita; raccontava quanto sia vuota una religione se diventa solo un’insieme di regole, prendeva in giro la credulità e la cattiveria che si cela dietro l’ignoranza della “folla”, la meschinità dei leader che pensano al proprio tornaconto, ma magnificava anche le comuni debolezza degli eroi, spesso al centro della scena molto per caso

La capacità di Pratchett era di raccontare ad un ragazzino quanto fosse importante pensare con la propria testa e di non accettare mai giudizi preconfenzionati o “tradizionali”. Ti consigliava di filtrare tutto con buon senso e un pizzico di scetticismo scientifico, insomma era un antidoto ad un mondo che diventa ogni giorno più fanatico

E non parlo solo di bandiere nere in Medioriente o comizianti nostrani che promettono di difendere “identità e radici” contro i barbari alle porte. Nella bolla virtuale dei nostri social (o blog sui fumetti ^__^) ci autoconvinciamo dell’infallibilità dei nostri giudizi e ci sentiamo oltraggiati da chi non lo riconosce o semplicemente ci ignora

Il vento spira in direzione esattamente contraria al suo umanesimo che non ammetteva discriminazioni, etichette e “verità rivelate”. Un vento a cui lui avrebbe opposto la sua vela d’ironia, mostrandoci quante cose meravigliose sa realizzare chi ha il coraggio di tenere il cervello acceso.

Continueremo a leggerti e rileggerti, ma ci mancherai lo stesso

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