lunedì 9 marzo 2015

Letture di febbraio - prima parte

Mese dal menu pesante, ma di livello altissimo: Alan Moore, Moebius , Oesterheld, Straczynski. A questi livelli si disimpegnano bene le due graphic novel inglesi della Bao, mentre qualcuno ci fa brutta figura come Bendis e Recchioni.

Robba buona
Nao di brown Glyn Dillon Bao
La gigantesca barba malvagia Stephen Collins Bao

Due graphic novel inglesi diversissime ed entrambe notevolissime. Nao di brown è stata concepita, scritta, disegnata e cesellata da Glyn Dillon ratello di Steve “the preacher” Dillon. Una storia molto “personale” senza essere autoreferenziale. Nao è una ragazza nippo inglese un po' disturbata che cerca nel buddismo e in uomini molto più grandi di lei le stampelle a cui appoggiarsi. Finirà “quasi” bene per lei e ottimamente per noi lettori a cui Dillon regala delle tavole di una bellezza e di una cura VERAMENTE fuori dal comune. Unico appunto la copertina, forse il disegno peggiore e meno suggestivo dell'intero volume. Non proprio il modo migliore per invogliare il lettore casuale all'acquisto, specie considerando che il successo di opere del genere si decide nelle librerie “normali”

La gigantesca barba malvagia di Stephen Collins è una storia più vista e lineare, il classico granello (in questo caso un pelo) che distrugge un sistema talmente perfetto da essere opprimente. Un eroe molto per caso che sacrificandosi libera un'intera società. Lo stile è a metà tra il surrealismo di primo novecento e l'animazione dell'est europa degli anni 50, l'uso della tavola però è molto originale e a tratti ipnotico. Metterli insieme è il miglior spot all'infinite potenzialità del media fumetto: quello che Dillon ottiene con le sfumature dei sui acquerelli, Collins lo raggiunge con una semplice matita nera a carboncino.

Robba buonissima
Absolute moebius  Panini

CInque volumi da sfogliare più che da leggere storie brevissime se non esistenti. la fantasia più sfrenata è l'unico ingrediente oltre ad una capacità tecnica di un pilastro del fumetto mondiale. Seppur nella loro brevità e tavole che spesso non vanno oltre il puro divertissement, si trovano personaggi diventati famosi come Arzach o il mitico “Fallico folle”.

Super Crossover
Unwritten 36-54 vertigo Dc comics
Fino al numero 49 non è una la parte migliore della saga sulla verità “non scritta” che si cela dentro tutte le storie. La vicenda si trascina un po' visto che il villain è stato affrontato e battuto. Tommy Tailor finisce in giro per gli inferni (cioé le varie versioni dell'aldilà scritte nella letteratura e nei miti) alla ricerca dell'amata Lizzie, ma tutto viene interrotto bruscamente per dar spazio al crossover con Fables (dal 49 appunto). Una versione molto dark (gioco di parole obbligato) della battaglia finale con il signore oscuro, in cui Biancaneve e i suoi cuccioli sono al fianco dei cattivi e Tommy torna il clone di Harry Potter parodiato dei primi numeri della serie
Mentre si avvicina alla conclusione la serie di Carey e Gross mostra tutto il suo nichilismo. La presa di coscienza della propria finitezza, mortalità e insignificanza di fronte all'infinito scorrere dell'universo e del tempo, portano l'uomo sull'orlo della disperazione. Miti, religioni, leggende e favole ci rassicurano, ma vanno ad alimentare anche un mostro, gli autori usano il nome biblico di Leviatano, che alla fine schiavizza l'umanità con le sue infinite regole e falsità nate dalle stesse storie.Tommy doveva essere l'eroe, l'arma in grado di uccidere il leviatano e liberare gli uomini. Ma una volta tornati soli e disperati, chi avrà la voglia considerarla una vittoria?

Triste Sequel
L'eternauta il ritorno 001

Il seguito meno noto e meno riuscito di una delle storie di fantascienza a fumetti più famose di tutti i tempi. Non mi permetto di commentare il lavoro di Oesthereld e Solano, peraltro l'edizione della 001 ha una ricchissima parte redazionale che racconta le vicissitudini dei due autori prima e durante la pubblicazione in Argentina nel 76. Compratelo e leggetelo se volete potervi chiamare in pubblico “appassionati di fumetto”. Sorprende un po' che questo “ritorno” sembri più vecchio del suo predecessore di vent'anni prima, potenza dei classici. Anche con tutti i suoi difetti l'Eternauta il ritorno stravince il confronto con l'80% dei fumetti fantascienza attuali. Di certo i due che seguono

L'impegno non basta
orfani 7-8 -9-10-11-12 Bonelli

Operazione non priva di pregi (i disegni almeno in gran parte dei numeri), ma tutt'altro che storica. La versione da edicola, la prima del tutto a colori per la Bonelli, non impressiona: carta e colori sembrano allo stesso livello delle versioni italiane dei comics di vent'anni fa (la Image adattata dalla Star o la Dc versione Play press per intenderci). L'effetto tanto “ordinario” mi ricorda quando la Fiat dei tempi bui lanciò la Stilo che doveva fare la concorrenza alla Golf. Servì solo a dimostrare che a Torino sapevano fare le utilitarie, ma niente che potesse aspirare al mercato medio-alto. Il confronto con i concorrenti è penalizzante, non è una consolazione che si tratti di materiale originale e tutto italiano, perché quegli stessi disegnatori coinvolti in Orfani come Gianfelice e Carnevale sul mercato americano vengono trattati (in termini di qualità delle produzioni) molto meglio
La trama si “tiene” seppur con qualche lentezza  riscattata da un buon finale, ma i dialoghi sono infarciti da una vagonata di cliché e frasi fatte presi in saldo da una svendita di film d'azione degli anni 80. Penso sia un effetto voluto, visto che Roberto Recchioni ha dimostrato altrove di saper scrivere molto meglio. Voluto, ma non per questo riuscito, anzi i personaggi sono inchiodati da questo stile ad un destino di macchiette prive di profondità psicologica.

Meglio il film
Guardians of the galaxy Marvel
Ho sempre considerato la fantascienza a fumetti americana un gradino sotto a quella manga, e molti  più in basso della letteratura di genere. Non essendo poi un grande Marvel fan non avevo mai visto questi personaggi. L'arrivo del film mi ha convinto a colmare questa lacuna, anche perché mamma marvel ha affidato ad un gruppo di artisti guidati da Bendis il compito di “mettere in pari” un paio di generazioni di lettori distratti. Tranquilli, ci si può godere il film senza curarsi delle puntate precedenti ( e probabilmente successive) della banda di avventurieri spaziali. Anzi la delusione  generata dai fumetti protrebbe rovinarvelo il film.

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