venerdì 13 marzo 2015

Letture febbraio. Seconda parte

Superguai in famiglia
Superman earth one vol 1 dc comics

Non è semplice scrivere belle storie di Superman, anche i grandissimi fanno fatica a creare la giusta tensione quando al centro della scena c'é un personaggio potenzialmente onnipotente, risolto moralmente e con pochissimi nemici all'altezza. Ripartire da zero, come accetta di fare Straczynzski,  è un'ulteriore difficoltà specie se non ci si lancia in pesanti rivisitazioni e versioni alternative. Qui il miracolo lo fa l'amore per il personaggio che è profondo è ha radici antiche e personalissime come ha ammesso lo sceneggiatore in occasione del terzo volume. Non a caso questo primo arco narrativo lo mette a confronto con il lato oscuro della sua famiglia kriptoniana, che minaccia la speranza e l'aspettativa di un nuovo inizio rappresentata dalla Terra, da Metropolis e dal Daily Bugle.
E poi, notazione tutta personale, vedere Clark Kent arrivare in città, eccellere in ogni colloquio di lavoro e poi scegliere di diventare giornalista, semplicemente mi riscalda il cuore.

Cotto e mangiato
Chew vol 2

Se Saga e The walking dead monolizzano premi e classifiche di vendite, il terzo gradino del podio tra i titoli Image va senza dubbio a Chew, un fumetto che ha trasformato un'idea bizzarra, buona si  e no per una miniserie, in un originalissimo e coerente universo. Steve Chew è un “cibomante”, uno in grado di avere percezioni extrasensoriali, flashback e visioni legate a ciò che mangia. Usa questo potere per combattere il crimine e facendolo è costretto ad assaggiare cose realmente disgustose (sangue e merda, per essere molto pulp, sono già nella lista). Il cibo non è solo l'occasione per creare situazioni tipo “CSI andato a male”, ma è il perno su cui ruota un mondo più vasto e contorto pieno di complotti. Cosa è successo ai polli estinti e per questo diventati merce rarissima e prelibata? Perché i vampiri rapiscono i cuochi? Chew riuscirà a trovare una donna? E il governo tira le fila o combatte i cattivi?
E dopo un po' di pagine scopri che le vicende bislacche di Chew sono uno specchio - appena, appena deformato - di un mondo in cui i cuochi in Tv sono ormai più numerosi delle veline.

Piano (Bobby) Solo
Alan Ford 6

Nel mio appuntamento mensile con Alan Ford da segnalare il primo episodio, in cui Bunker e Magnus prendono in giro il clima golpista dell'epoca, in cui la paura dei colpi di Stato era concreta e palpabile (con il senno di poi, tra Gladio, organizzazioni terroristiche di sinistra e di destra, di gente al lavoro per prendere il potere ce n'era parecchia). La trovata di ridicolizzare queste “ombre nere” trasformandole in un gruppo di vecchietti nostalgici della guerra (civile americana) è al tempo stesso divertente e caustica, come la grande satira dovrebbe sempre essere.

Moore prima e dopo la cura
 
Miracleman 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10 (omnibus)
League of extradonary gentlemens Rose di Berlino (Bao)

Solo 4-5 anni fa leggere Miracleman (ex Marvelman) era come mettere le mani sul Necronomicon, un oscuro fumetto inglese che tutti conoscevano, ma che pochi avevano sfogliato e in cui un giovane Alan Moore aveva già mostrato tutte le formule necessarie ad un fumetto di supereroi “adulto e rivoluzionario”. Il tutto appena prima - e secondo molti meglio – di Watchmen e V for vendetta. Il divieto di ristampa imposto dalla Marvel e le vicissitudini delle case editrici che si erano avvicinate a Miracleman alimentavano la leggenda raccontata nei dettagli  da esperti e appassionati
I numeri originali sul mercato dei collezionisti costavano centinaia di dollari l'uno e così sottoscritto comprò a suo tempo un'edizione italiana di certo non autorizzata per un prezzo non indifferente (editore omnibus).
La riedizione Marvel (in italiano da Panini e inglese) mi ha spinto a recuperare quei due volumi dalla libreria, anche se la traduzione in alcuni tratti mostra tutta la sua "artigianalità".
Miracleman è effettivamente 20 anni avanti. O meglio, tutti i lavori più apprezzati dei vent'anni successivi hanno imboccato la stessa direzione di Alan Moore. C'è l'idea dell'eroe -stereotipo, icona irragiungibile, ma la tempo stesso disinterressata alle vicente umane (tipo DR.Manhattan), l'inquientante interrogativo del perché l'idea di un superuomo ci affascini tanto (forza, immotalità) e persino la critica l'ingenuo riflesso che ci fa sentire rassicurati dalla consapevolezza che armi umane del genere potrebbero essere in circolazione.
Moore ha analizzato, dissezionato celebrato e criticato tutta l'epopea superomistica tra l'82 e l'85. Direi che questo spiega perché ha quell'atteggiamento un po' di superiorità e disprezzo verso l'industria dei comics.
Anche se qualcosa dell'antico fuoco è rimasto, come dimostrano questi libretti su Loeg che quasi una volta l'anno il mago ci regala. Trame "normali" ma con l'evidente divertimento di creare sempre nuovi mondi, giocare con le citazioni letterarie, scrivere un dialogo illuminante e godersi i disegni spigolosissimi di O'Neill

Enter Negan
The walking dead 102-105 Image

Dopo lo shock per la morte del numero 100 del secondo personaggio più longevo dopo Rick, Kirkman ci regala il cattivo definitivo: Negan già nel cuore dei fan per il suo turpiloquio creativo (Un intero periodo coniugando 13  F+ck in un solo baloon e nessun altra parola) e le scelte sempre spiazzanti e violentissime. Visto che a marzo leggerò e vi racconterò della fine del nostro eroe rimando alla recensione del prossimo mese. Per chi non legge il fumetto in originale vi segnalo la particolarità della colonna delle lettere, spesso chiamata da Kirkman Hatebag, dove i lettori lo insultano per aver ucciso i loro beniamini, lo accusano di aver perso interesse e idee. Lui e l'editor rispondono per le rime, il risultato è esilarante.






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